Se oggi si dovesse rompere la caldaia tradizionale, potrebbe essere un problema non da sottovalutare, soprattutto perché in commercio non si trovano più caldaie tradizionali e saremo costretti ad installare una caldaia a condensazione.

Che cosa comporta?

La caldaia a condensazione è una caldaia dove si ha il recupero del calore latente di condensazione dato dalla condensazione del vapore acqueo dei fumi di scarico. Questa tecnologia permette di avere una maggiore efficienza energetica.

Per sfruttare al meglio la caldaia ed ottenere un reale risparmio energetico, dovremmo farla lavorare a temperature più basse di quelle di una caldaia tradizionale cosa non sempre possibile con un impianto esistente. Questo perché i termosifoni che fino a ieri scaldavano la casa con acqua a 70°C non riusciranno a scaldare allo stesso modo con acqua a 50°C, dovremmo quindi aumentare la superficie dei corpi scaldanti per permettere ad essi di lavorare al meglio con acqua a bassa temperatura.

Scelta ideale ma che comporta un aggravio di costi non indifferente.

Altro aspetto da non sottovalutare, è la costruzione e la delicatezza della caldaia a condensazione, che come tutte le cose tecnologiche sono anche più delicate e se vengono maltrattate o mantenute non in modo corretto la vita utile sarà molto più breve rispetto alla vecchia caldaia che ci è durata 20 anni.

Lo scarico dei fumi

Tasto dolente, per ogni progettista, installatore e manutentore, perché lo scarico dei fumi della caldaia è spesso un’incognita.

Incognita perché esiste una soluzione corretta per ogni tipo di installazione tuttavia, non è semplice da trovare, va spesso valutato caso per caso e soprattutto quando ci troviamo all’interno dei centri storici non è una cosa immediata.

Molte volte mi viene chiesto come fare o come va fatto e la risposta è sempre la stessa e non la decido io, bensì la norma vigente ovvero la 7129 parte 3 del 2015 che illustra l’installazione corretta, per varie tipologie richieste.

Scarico a tetto

L’installazione che mette al sicuro tutti quanti e quasi sempre al riparo da ogni possibile contestazione è quella a tetto, questo significa portare la canna fumaria sul tetto del palazzo ad un’altezza superiore di 500 mm dalla linea di colmo del tetto. Tuttavia anche questa soluzione non sempre è possibile, se per esempio il nostro palazzo è allineato con altri edifici di altezza maggiore bisogna verificare le distanze di rispetto per evitare che i fumi prodotti dalla nostra caldaia non entrino in casa di qualcun altro.

Lo scarico a parete è possibile

Si avete capito bene, scaricare a parete non è impossibile, si può fare, ma come nel caso precedente è necessario avere ben chiaro il contesto nel quale andiamo ad intervenire e valutare se c’è il rispetto delle distanze minime, per esperienza personale su 10 canne fumarie massimo 2 rispettano le distanze dovute ed è possibile scaricare a parete.

Ma non scoraggiatevi, contattatemi e troveremo insieme la soluzione ideale per la vostra canna fumaria.

Trattamento dell’acqua

Quando il vostro idraulico di fiducia vi presenta l’offerta per la sostituzione, non fatevi abbindolare dal prezzo invitante, il preventivo deve essere chiaro e con indicate le lavorazioni ed i pezzi da installare.

Questo perché è necessario effettuare un accurato lavaggio dell’impianto con un prodotto chimico risanante e disincrostante per le tubazioni e possibilmente un secondo lavaggio con acqua a perdere.

Questo è un passaggio fondamentale che purtroppo molti artigiani improvvisati saltano, ma vi posso garantire che è fondamentale, uno dei passaggi più importanti per garantire un buon risultato.

Condizionamento chimico dell’acqua

Questo trattamento è necessario una volta lavato e ripulito, per mantenere l’impianto in buone condizioni di lavoro.

Si fa aggiungendo un prodotto di mantenimento sul circuito chiuso del riscaldamento, ed inserendo un dosatore di polifosfati sul circuito dell’acqua calda sanitaria.

Inoltre è raccomandata l’installazione di un filtro defangatore sul circuito di riscaldamento, che tratterrà le impurità e le incrostazioni al suo interno evitando così di danneggiare lo scambiatore interno alla caldaia.

Potete comprare la “Ferrari” delle caldaie, ma se l’impianto vecchio di trenta anni non viene lavato accuratamente e non vengono installati sistemi di trattamento dell’acqua, state pur certi che nel giro di un anno o due dovrete di nuovo mettere mani all’impianto.

 

Detrazioni fiscali

Proprio qua volevo arrivare, non pensate che sia semplice e magari prima di fare il lavoro confrontatevi con un tecnico che possa consigliarvi perché il rischio è quello di spendere 3000 € per sostituire la caldaia e non prendere nemmeno un incentivo.

Cosa c’è da sapere?

  1. Esistono due Classi di caldaia a condensazione: Classe A e Classe B, quella in classe A è una vera e propria caldaia a condensazione mentre la Classe B è una caldaia a recupero parziale di fumi lavora come una condensazione ma non lo è al 100%. Chiaramente quelle di classe B hanno dei prezzi nettamente più bassi e preventivi alla mano, salterebbe subito all’occhio una differenza di prezzo invitante, ma se volete godere delle detrazioni fiscali del 50% per interventi di miglioramento energetico assicuratevi di far installare una caldaia di classe A altrimenti non riavrete nemmeno un soldo.
  2. Avete letto 50% e non 65% perché dal 1 Gennaio 2018 gli incentivi per installazione delle caldaie a condensazione si sono ridotti questo per cercare di incentivare altri sistemi più efficienti. Fate quindi bene i conti perché il massimo che potrete recuperare in dieci anni è del 50%.
  3. Valvole termostatiche, questa cosa non se la fila nessuno, ma se volete accedere agli incentivi fiscali insieme alla caldaia a condensazione dovrete installare anche un sistema di termoregolazione per singolo ambiente, ovvero dovrete installare su di ogni termosifone delle valvole termostatiche per il controllo della temperatura. Termostatiche e non Termostatizzabili state attenti perché fare confusione è un attimo.

 

Ultimo e più importante: la Dichiarazione di conformità ed il libretto di impianto

Dico la più importante, perché da questo spesso riuscite a capire se la ditta installatrice o l’artigiano che avete davanti, lavora in modo serio e corretto oppure no.

Rilasciare la dichiarazione di conformità è un obbligo per la ditta che esegue i lavori, ed averla è un vostro diritto, non solo mette a riparo voi stessi da ogni responsabilità ma mette a riparo anche l’idraulico, da eventuali danni provocati da future modifiche all’impianto di cui non è responsabile.

Il libretto di impianto, altro non è che un registro all’interno del quale sono segnati tutti gli impianti installati nel vostro immobile, allegate le dichiarazioni di conformità ed elencati tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria.

Questa non è sicuramente una guida esaustiva, di cose da dire ce ne sarebbero moltissime, vuole però essere un indicatore per te cliente finale, per convincerti ad affidarti ad una ditta Termoidraulica seria e competente e non ad un idraulico improvvisato e deve essere uno stimolo per rivolgerti ad un professionista come me che possa aiutarti ed indirizzarti su quelle che sono le scelte più vantaggiose per te.

Quello che spenderai oggi, rivolgendoti a professionisti che mettono a disposizione le loro competenze e la loro professionalità, lo risparmierai domani.