METODI DI DISINFEZIONE
La disinfezione è un trattamento che ha lo scopo di eliminare, o limitare la presenza del batterio all’interno dei nostri impianti.Non esiste un metodo perfetto, ognuno di essi infatti ha pregi e difetti, adesso cercherò di riassumere i quattro principali tipi di trattamenti.
PRIMO METODO – SHOCK TERMICO
Questo prevede l’aumento della temperatura dell’acqua sopra i 60°C per un intervallo di tempo non inferiore a 30 minuti, per almeno 3 giorni consecutivi. Il punto di forza di questi trattamenti sta nel fatto che essi possono esercitare una completa azione battericida senza alcuna aggiunta di prodotti chimici, ma attenzione perché questo metodo, che non richiede particolari attrezzature, ha lo svantaggio di essere realmente efficace solo se raggiunge tutti i punti dell’impianto, compresi i terminali di distribuzione. Quindi per essere realmente al sicuro dovremmo aprire i rubinetti e aspettare che esca l’acqua a 60°C anche da quelli, per un tempo non inferiore a 30 minuti. Inoltre questo metodo non incide sul biofilm e quindi la legionella, ha tempo di ricostituirsi nel giro di qualche settimana.
SECONDO METODO – IONI RAME E ARGENTO
Il secondo trattamento si basa sull’azione combinata di ioni rame e argento, generati tramite elettrolisi. Il rame è particolarmente efficace sul biofilm e impedisce quindi per diverse settimane la formazione di nuove colonie di legionella. Lo svantaggio è rappresentato dal fatto che la concentrazione degli ioni va adeguatamente monitorata, sia per garantire l’efficace azione disinfettante, sia per evitare il superamento dei livelli ammessi per la potabilità dell’acqua. Inoltre in presenza di una rete di distribuzione con tubi zincati il metodo non è applicabile in quanto lo zinco inattiva gli ioni argento.
TERZO METODO – BIOSSIDO DI CLORO
Il terzo e più promettente metodo è quello basato sul biossido di cloro, che permette, con piccole quantità (0,4 mg/l), di garantire un buon livello di disinfezione e anche l’eliminazione del biofilm, senza intaccare né le tubazioni né la potabilità dell’acqua, e senza comportare la produzione di sottoprodotti. Per esperienza personale, è uno dei metodi che preferisco tuttavia, è un sistema ingombrante che necessita di apparecchiature per la produzione in loco, ha quindi bisogno di essere installato all’interno di un locale tecnico dedicato. Inoltre per poter funzionare è ancor più necessario che nelle altre tipologie di trattamento che l’impianto sia trattato in precedenza e che venga fatta la regolare manutenzione.
QUARTO METODO – AGGIUNTA DI CLORO
Questo metodo consiste nell’aggiunta di cloro, potente agente ossidante, in concentrazione elevata (> 3 mg/l). Il vantaggio di questo metodo è che l’agente chimico raggiunge adeguatamente tutti i punti dell’impianto, ed agisce anche sul biofilm in maniera efficace. Il rovescio della medaglia è che l’aggiunta di cloro comporta la formazione di sottoprodotti ed esistono dei limiti massimi di concentrazione per garantire la potabilità dell’acqua (limite consigliato 0,2 mg/l). Sempre per esperienza personale, non è il metodo che preferisco, è molto potente da un punto di vista di disinfezione, ma diventa un’arma a doppio taglio se non regolarmente controllato e manutenuto perché può corrodere anche le tubazioni.
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